CAPITOLO III

Internet e l'E-Commerce

3.3 L'e-commerce nel mondo

Per quel che riguarda la situazione internazionale, secondo il "Global E-commerce Report del 2001¹" , gli Stati Uniti, che hanno la più alta percentuale di compratori on-line (con il 33%), sono seguiti dalla Germania (con il 28%), e dalla Gran Bretagna (con il 24%).
Inoltre, la TNS ha intervistato i navigatori circa la loro intenzione di comprare on-line nei prossimi sei mesi. Sebbene l'inchiesta ha rivelato che in Giappone solo il 17% degli internauti abbia già comprato on-line, il Paese vanta il più alto livello di futuri acquirenti on-line, con il 41% di utenti Internet che progetta di comprare qualcosa nei prossimi sei mesi. La Germania segue al secondo posto con un buon 30%, mentre, al momento, gli Stati Uniti occupano solo il settimo posto con il 23%.
La Taylor Nelson Sofres ha scoperto poi che il 15% della totalità mondiale dei navigatori Internet compra on-line, il 15% compra off-line dopo aver ottenuto informazioni dalla Rete, ed il 15%, pur avendo deciso di acquistare via Internet, non conclude l'acquisto.
Il Report sottolinea anche come ai primi posti nella classifica degli articoli più acquistati on-line ci siano libri e cd: nel 2001 il 26% dei navigatori afferma di aver comprato libri via Internet e il 17% cd musicali.
Secondo gli indici di vendita in Nord America e Canada² , la spesa totale nelle vendite on-line, nel mese di febbraio 2001 è aumentata da 3 a 3,4 miliardi di dollari. Ad aprile 2001, i nuclei familiari che fanno acquisti su Internet crescono a quota 13 milioni e mezzo (rispetto ai 13 di gennaio), mentre i consumatori hanno speso mediamente a persona $248 a febbraio, rispetto ai $229 di gennaio.
Vediamo quali sono stati i settori più interessanti cresciuti grazie all'e-commerce negli USA agli inizi del 2001. Gli elettrodomestici cominciano a rivestire un ruolo importante nella spesa complessiva, passando dai 24 ai 44 milioni di dollari.
Ottimi risultati anche gioielleria e fiori, cresciuti di quasi il 40% (da $99 milioni in totale in gennaio, a più di $166 milioni in febbraio). Invece, tra le categorie che hanno visto diminuire le vendite on-line ci sono le videocassette (da $83 a $52 milioni in gennaio), le forniture per ufficio che sono scese a $69 milioni in febbraio (-21%) ed i giocattoli ed i videogiochi che hanno raggiunto quota $86 milioni in febbraio (-31%). Prima dell'11 settembre, nonostante il rallentamento economico, Internet continuava a prosperare come canale per acquisti di consumatori nel Nord America.
Invece, dal rapporto Nielsen/NetRatings³ emerge che i Paesi in cui il commercio on-line, a livello mondiale, è maggiormente sviluppato sono l'Australia, la Nuova Zelanda, la Svezia e la Danimarca. In Australia e in Nuova Zelanda un adulto su quattro usa la Rete per ricercare informazioni riguardanti i prodotti, ed il numero degli acquisti via Internet è elevato.
Per quanto riguarda le altre regioni del Pacifico, se il numero degli acquisti da parte della Corea del Sud è in crescita (tre coreani su cinque trasformano la richiesta di informazioni in acquisto), soltanto un terzo degli adulti di Hong Kong o Taiwan compra in Rete dopo aver effettuato una ricerca on-line.
Lo studio "Reviving Japan's economy4" prende in esame proprio la situazione del mercato elettronico asiatico, studiando la maniera nella quale gli imprenditori orientali operano rispetto a quelli europei. L'analisi ha evidenziato un'enorme efficienza asiatica, che né l'Europa né l'America riescono ad eguagliare, dato che i siti asiatici dedicati all'e-commerce costano in media meno che in Occidente, ma riescono ad attrarre un maggior numero di clienti a parità di costo.
Tale vantaggio competitivo è legato al fatto che gli imprenditori orientali on-line evitano di dissipare risorse finanziarie per accaparrarsi un pubblico eccessivamente ampio, mentre preferiscono investire in specializzazione.
Ciò permette di ottenere un margine di profitto più alto su ogni singolo prodotto, rispetto a quello che è in grado di ricavare un imprenditore europeo o americano, che ricorre a prodotti, servizi e target di tipo più generico.
Nel mondo, negli ultimi anni, la Rete ha fatto registrare un incremento vertiginoso del traffico, ciò è sintomatico dell'esplosiva espansione del mercato digitale. Le previsioni per il futuro sono ottimistiche: per il 2004, si ritiene che si possa assistere ad un'ipercrescita nell'Europa dell'Est, nella zona asiatica che si affaccia sul Pacifico, nel Nord America ed in America Latina.


Tra il 2000 ed il 2010, tutti questi Paesi prenderanno parte nello stesso tempo ad un processo di sviluppo, che porterà nel 2005 ad un giro d'affari a livello mondiale di circa 7 miliardi e 230 milioni di euro di cui ben il 75,8% spetterà al Nord America, il 12% apparterrà all'Asia-Pacifico, l'11% toccherà all'Europa e solo il 1,2% sarà dell'America Latina.


In Europa il mercato delle vendite al dettaglio sarà protagonista di una rapida crescita simile a quella che si è vista nel 1998 in Usa; infatti, è passato da un giro d'affari di circa 17 milioni di euro del 1998 a 385 milioni di euro del 1999, fino ad 1 miliardo e 350 milioni di euro nel 2000.
Uno dei mercati più promettenti per il settore è l'America Latina: a riguardo il grafico seguente (tabella 3.10) rappresenta l'andamento della crescita che Internet dovrebbe generare entro il 2003 in Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay.


Nella figura 3.11, viene illustrato come probabilmente i consumatori sposteranno i loro acquisti on-line all'interno del B2C e del B2B, entro il 2004.
In quell'anno, il mercato B2B arriverà ad un giro d'affari di 6 miliardi e 715 milioni di euro, mentre nel 2005 il B2C dovrebbe raggiungere i 470 milioni di euro.


 


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