CAPITOLO II

L'ICT e l'Occupazione

2.6 La situazione occupazionale del settore ICT e le prospettive per i prossimi dodici mesi

Le previsioni della crescita occupazionale legata all'ICT in Italia vedono un boom che non ha eguali in Europa e che, accompagnato dai dati sullo sviluppo dell'informatica, delle telecomunicazioni e di Internet, rappresenta una vera e propria svolta epocale per il nostro paese, finora in grande ritardo rispetto sia alle altre nazioni dell'Unione Europea, sia agli Stati Uniti. Nel settore informatico e delle telecomunicazioni si registra l'incremento maggiore in termini di occupazione (+5%): il lavoro hi-tech diventerà, nei prossimi anni, assai richiesto dalle aziende italiane.
La terza indagine annuale sull'occupazione nel settore dell'ICT, presentata da Assinform¹ rivela che in Italia il settore dell'informatica e delle telecomunicazioni continua ad incrementare l'occupazione e la nascita di nuove imprese. Dal 1998 al primo semestre del 2001, sono nate circa 5.000 nuove imprese (molte delle quali al Sud), e sono stati impiegati circa 47.000 nuovi lavoratori.
Secondo le rilevazioni effettuate, contrariamente agli anni precedenti, l'occupazione nel settore ICT ha continuato a crescere a tassi più sostenuti rispetto all'insieme dell'industria e dei servizi negli ultimi tre anni (486.000 nel 1998, 514.000 nel 1999 e 533.000 nel 2000, comprendendo anche le figure autonome), quando essa era diminuita in media dello 0,5% ogni anno. Il dato 2000 degli addetti ICT (533.000), unito al numero di specialisti ICT nelle aziende utilizzatrici (dalla banca alla pubblica amministrazione), porta a 1.034.000 il numero dei lavoratori italiani legati all'informatica e alle telecomunicazioni.
Il numero delle imprese cresce a tassi ancora più sostenuti, passando da 64.000 nel 1999 a 67.000 (+4,7%) nel 2000. Nel 1999, erano già cresciute del 4%. I tassi di crescita del numero delle imprese sono quasi ovunque superiori a quelli del numero degli occupati, confermando l'orientamento alle unità di ridotta dimensione ed, indirettamente, ad una vocazione imprenditoriale e professionale sempre più diffusa in Italia.
Attualmente, la nascita di nuove società avviene in un contesto assai diverso da quello della prima metà degli anni Novanta (in cui vi era espulsione di lavoratori dal settore ICT). Già dal 1997, l'origine di nuove aziende coincide con una forte crescita del mercato ICT (a tassi compresi tra il 12 e il 13%) e con una sostanziale carenza di personale qualificato. Tale incremento si realizza a tassi più che doppi rispetto all'insieme dell'industria e dei servizi. Tra il 1998 ed il 2000, lo sviluppo di nuove imprese si è concentrato nella forma delle "ditte individuali". Nel periodo in questione, queste ultime (essenzialmente partite IVA) sono cresciute del 20%, le società di capitali (Srl e Spa) dell'8% e quelle di persone (Sas, Snc e altro) dell'1%, mentre le altre forme giuridiche del 5%. Le società individuali si sono eccezionalmente sviluppate nel comparto hardware ed assistenza tecnica (+47%), dato che le barriere all'entrata di singoli consulenti sono basse; invece, le società di capitali si sono evolute soprattutto nel campo delle telecomunicazioni (+12%). Interessante è anche la dinamica territoriale, specialmente al Sud. Rispetto al 1998, l'incremento del numero di aziende è compreso tra il 10 ed il 15% in Sardegna ed anche in tutta l'area che va dalla bassa Campania, alla Basilicata ed alla Puglia. Nella provincia di Lecce si registra il massimo sviluppo a livello nazionale, con un significativo +21,4%; un valore simile è stato riscontrato a L'Aquila. Al Nord le migliori performance si hanno nel Nord-Est, nell'area del Brenta ed in Friuli: nella zona di Udine e di Pordenone si registrano tassi di crescita del numero delle imprese compresi tra il 15 e il 20%. A fine 2000, la composizione per comparto delle aziende era la seguente: hardware e assistenza tecnica, 12,6%; attività commerciali indirette, 12,5%; servizi e telecomunicazioni, 3,1 %; software e servizi, 71,8 %. Opportunità occupazionali si concentrano soprattutto in quest'ultimo comparto (software e servizi), ove gli addetti sono passati dai circa 233.000 del 1998, ai 251.000 del 1999 (+7,4%), ai quasi 264.000 (+5,3%) del 2000, anno in cui hanno sfiorato la metà (49,5%) dei lavoratori totali (533.000) delle aziende ICT.
E' anche confermato il ritrovato dinamismo del comparto hardware ed assistenza tecnica: dopo la crescita nel 1999 a quasi 54.000 addetti (+3,6%), esso mostra una buona performance anche nel 2000 con circa 56.000 addetti (+4,4%), pari al 10,6% di tutti gli occupati nelle imprese ICT.
Meno dinamico è il comparto delle telecomunicazioni, ove il numero dei lavoratori è passato dai 173.000 del 1999 ai quasi 175.000 del 2000, con un modesto progresso dell'1%. In questo caso, emerge un evidente fenomeno di assestamento rispetto agli incrementi più consistenti degli anni precedenti. Il peso dei lavoratori nelle telecomunicazioni sul complesso degli occupati ICT si riduce tra il 1999 e il 2000 dal 33,7 al 32,8%, tuttavia si rivela ancora molto consistente.
Circa l'incremento dell'occupazione per classi dimensionali d'impresa, il contributo delle PMI risulta preponderante.
Le entrate nette (ingressi al netto delle uscite) risultano in crescita del 9,2% nelle aziende da 1 a 9 addetti, del 6,7% in quelle da 10 a 49 addetti, del 5,5% in quelle da 50 a 249 addetti e solo del 2,5% nelle imprese con oltre 250 addetti.
Il settore ICT si conferma quello a più forte domanda di figure qualificate o, comunque, con elevati livelli di istruzione.
Il 30% delle assunzioni interessa laureati o addetti con diploma universitario (mentre la media nazionale di industria e servizi è del 7%), il 64% diplomati (contro il 32% del secondario e del terziario) e solamente il 6% soggetti con attestati di formazione di livello inferiore (contro il 61% dell'insieme industria-servizi).
Anche le micro-imprese con non più di 9 addetti sono ad alto assorbimento di laureati (15% dei nuovi assunti) e diplomati (70% dei nuovi assunti). Per quanto riguarda i titoli di laurea più richiesti, ai primi posti vi sono scienze dell'informazione, ingegneria e statistica.
Entro la fine dell'anno 2002, secondo Enrico Bucci della Cisco Systems² , il settore ICT ricercherà circa 50.000 addetti, ma c'è chi prevede un fabbisogno vicino alle 70.000 unità. A trainarlo provvederà l'incremento dei consumi, orientati prevalentemente verso le telecomunicazioni (telefonia cellulare e televisione via satellite).
Inoltre, secondo le previsioni, il mercato informatico continuerà a registrare crescite del 9 -10%; oltre a ciò, è in corso l'ammodernamento dei sistemi più obsoleti verso servizi on-line. Infine, per l'area software, si verificherà un ulteriore incremento soprattutto nei sistemi gestionali e nei servizi orientati ad Internet ed alle reti aziendali (oltre quota 12,6%).
Per quanto riguarda la richiesta occupazionale, il trend di crescita più elevato si registra nella gestione di Rete (webmaster e tecnici), nel settore dello sviluppo di applicativi (softwaristi gestionali) ed in quello dei c.d. servizi integrati (esperti in telefonia ed in informatica).

 


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